Negli ultimi anni mi è capitato sempre più spesso, di difendere clienti accusati di furto di energia elettrica mediante manomissione del contatore Enel e mi sono resa sempre più conto che c’è molta confusione su cosa si rischia e come risolvere la situazione. Cerchiamo quindi di fare un po’ di chiarezza.
furto di energia elettrica: un pò di chiarezza
Innanzi tutto chi incorre in questo reato (punito dagli art. 624 e 625 comma 2 c.p.) è stato oggetto di una verifica da parte di tecnici Enel sul funzionamento del proprio contatore elettrico e gli stessi in tale verifica hanno dichiarato che “il contatore risulta manomesso, i sigilli appaiono non integri, i tenoni della calotta rotti………trovato ponte su barra amperometrica, da verifica con strumentazione di controllo risulta che il contatore segna un meno tot in percentuale di consumo, etc” (una o tutte le precedenti diciture fanno scattare il reato), quindi prelevano il contatore secondo loro manomesso e, se siete fortunati e siete presenti al momento della verifica, vi viene richiesto di rilasciare una dichiarazione, in caso contrario, lasciano una striscetta con un numero di serie ed un numero telefonico da contattare e vi lasciano senza elettricità.
Comincia così il vostro calvario, pellegrinaggi all’ufficio Enel per capire come fare ad avere di nuovo la corrente elettrica ed un nuovo contatore, fatture ammontanti a migliaia di euro che vi dicono di dover pagare, avviso che il contatore sarà periziato in data tot e che potete nominare un avvocato, continue telefonate, ad ogni ora del giorno e della notte, delle agenzie di recupero crediti che minacciano di andare in giudizio se non pagate. A nulla valgono la produzione di contratti di affitto (se avete affittato l’immobile dove si trovava il contatore traditore sia come inquilini o come proprietari), la dimostrazione che il contatore è vecchio e voi avete solo effettuato la voltura del contratto a vostro nome e per telefono per giunta, senza che nessuno sia mai venuto a controllarlo e qualunque altra cosa possiate dire a vostra discolpa: la risposta è sempre la stessa, vi conviene pagare, trovare un accordo, rateizzare o rischiate grosso, d’altro canto se fate i bravi e pagate non ci saranno altre conseguenze ed Enel non vi farà causa.
furto di energia elettrica: Ma allora cosa si rischia?
Cominciamo con lo sfatare i miti e le voci di corridoio, nonché le vane promesse delle agenzie di recupero del credito incaricate da Enel, che, trovando un accordo con queste società sul pagamento di quanto da loro richiesto, il problema cessa e non si incorra in un procedimento penale……niente di più falso! Il furto di energia elettrica mediante manomissione del contatore è un reato punito dagli art. 624 e 625 c.p. comma 2 (si tratta di una previsione di furto aggravato) ed è punito con la reclusione da 1 a 6 anni e con la multa da 103€ a 1032,00 €. Ma, cosa più importante, si tratta di un reato procedibile d’ufficio, quindi, anche qualora venga pagato quanto viene arbitrariamente richiesto dalla compagnia elettrica, sarete comunque sottoposti ad un procedimento penale che, in questo caso quasi sicuramente, finirà con una condanna, in quanto i Giudici tendono a vedere nel pagamento del megabollettone richiesto da Enel un’ammissione di colpa! Molti clienti infatti arrivano nel mio studio, dopo aver pagato migliaia di euro, per aver ricevuto un decreto penale di condanna o direttamente il decreto di rinvio a giudizio e mi chiedono come sia possibile che, pur avendo pagato ed essendosi accordati con l’agenzia d recupero crediti, che gli aveva detto “se lei paga Enel non le fa causa; le conviene pagare perché così Enel non le chiede i danni; se paga si chiude tutto qui”, si trovano ora a dover affrontare un processo penale.
furto di energia elettrica: cosa fare in caso di indagine a proprio carico?
La prima cosa sensata è quella di consultare un avvocato penalista e fare con lui il punto della situazione: il verbale di verifica dell’Enel infatti non vuol dire una condanna sicura nel processo penale, ma è bene farsi consigliare da un professionista per evitare errori che poi si pagherebbero molto cari. Una volta decisa la strada da seguire con l’avvocato, date alle società di recupero crediti che vi chiameranno per recuperare il debito (e vi assicuro che lo faranno, di continuo e sempre in maniera più maleducata) il numero del vostro legale, sarà lui che, in base a quanto concordato con voi, si farà carico di contrattare con loro la somma più bassa ottenibile od eventualmente comunicargli la vostra volontà di non pagare finché non si è concluso il procedimento penale. Personalmente questa è la mia strategia primaria in questi casi, perché, a parte la non irrilevante condizione che Enel non è in grado di stabilire quando è cominciato il furto e quindi di calcolare esattamente l’ammontare dell’energia trafugata, (se fate attenzione al megabollettone che arriva in questi casi potete notare che Enel applica la percentuale che ritengono sottratta, il tot per cento in meno, a tutti i giorni dei 5 anni antecedenti la data della verifica perché il periodo precedente è prescritto e perché non sono in grado di stabilire quando è iniziato il prelevamento illegittimo) e tutto questo dà un notevole margine di trattativa al fine di ridurre al minimo la somma richiesta, ma principalmente perché il pagamento della fattura emessa da ENEL viene visto, durante il processo penale dal Giudice, come un’ammissione di colpa! E se ci pensate ben ha anche senso: il Giudice si domanda se non hai commesso il furto perché paghi migliaia di euro per una cosa che non hai fatto?
L’avvocato provvederà anche a contestare il controllo in sé: né l’Enel, né soprattutto una società privata a questa affiliata, può legittimamente eseguire un controllo sul contatore di un privato senza espressa autorizzazione di una autorità giudiziaria (Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza ecc..).
Molto importante poi è anche riuscire a dimostrare che le fatture di consumo di energia elettrica nel tempo sono state costanti e che di conseguenza non potevate accorgervi della manomissione del contatore (pertanto conservate tutte le bollette della luce, non si sa mai quando possono tornare utili) a maggior ragione se siete subentrati nella fornitura di energia elettrica tramite voltura e quindi con una semplice richiesta fatta per telefono e con l’invio di documenti cartacei: occorre infatti accertare quando è stata eseguita la manomissione, poiché il semplice accertamento non può far ricadere la responsabilità penale sul padrone di casa, se questi la disconosce (può essere stata benissimo posta in essere negli anni passati, e scoperta solo dopo molto tempo).
In sintesi quindi, è sempre consigliabile rivolgersi ad un avvocato esperto in materia per avere un valido supporto legale ed evitare una condanna penale e, non da meno, di pagare migliaia di euro non dovuti.